Storia diviteam Giugno 8, 2023

Per rendere onore al piccolo Comune che ha dato il nome al più grande lago italiano serve raccontarne in breve la sua storia. Garda si stende nella parte più interna del golfo, chiuso a sud dalle due Rocche e a nord dal massiccio delle Sénge, con il monte Luppia, ultimo lembo meridionale del monte Baldo che digrada nel lago con la penisola di San Vigilio.

Le prime testimonianze di presenza umana risalgono alla preistoria, alla fine del II millennio a.C. con le incisioni rupestri. Sono infatti oltre 250 le rocce presenti nel comune nelle quali sono state incise più di 3.000 raffigurazioni. Rocce lisce come tavole, perfette per scrivere storie e leggende, come fecero le popolazioni che hanno vissuto in questi luoghi tra il XIII e il VII secolo a.C., raffigurando guerrieri ed armi attraverso la tecnica della martellinatura.

Numerosi anche i ritrovamenti romani, sia sulla Rocca, sia lungo la costa, come a Punta San Vigilio, dove in epoca romana, era presente un tempietto consacrato a Benaco, divinità pagana, di cui è arrivata ai giorni nostri solamente una lapide custodita al Museo Lapidario Maffeiano di Verona.

Ma è proprio alla Rocca a cui bisogna riferirsi per capire che la Garda delle origini non lambiva affatto il lago. Goti, Longobardi, Franchi e Ottoni nel Sacro Romano Impero Germanico, tutti i dominatori che si sono succeduti sulla linea della storia preferivano guardare le acque del lago dall’alto, dalla “warda”, dalla “guardia”, la rocca fortificata da cui anticipare mosse e attacchi del nemico.

Nell’alto Medioevo si passerà ad indicare con Garda anche il borgo ai piedi della Rocca. La parola “Warda” nel tempo si volgarizzerà nel linguaggio e divenendo “Garda”. Ed è proprio il villaggio di Garda che, intorno all’anno mille, diede il nome al lago, sostituendo sulle carte l’originaria definizione di “Benacus”.

Da Benacus quindi, a Garda… Lo testimonia uno scritto del vescovo e storico Ottone di Frisinga, che ricorda nella prima metà del XII secolo lo “Stagno di Garda”, con un pizzico di risentimento verso quella fortezza che aveva osato resistere persino al Barbarossa.

Sì, perché la Rocca fu al centro di continue lotte, resistette all’assedio di Federico Barbarossa e passò da una signoria all’altra: dagli Scaligeri ai Visconti per poi cadere nelle mani dei Veneziani. ILanzichenecchi e la peste colpirono la città e la indebolirono ulteriormente fino a quando nel 1797 fu Napoleone a mettere la parola fine al dominio veneziano.

Garda venne dapprima annessa al Regno d’Italia, e poi, con la sconfitta di Waterloo, venneincorporata nel Regno Lombardo Veneto.

Con la terza Guerra d’Indipendenza Garda divenne finalmente italiana. Fino a metà del secolo scorso Garda era un paese dall’economia basata sulla pesca, sulla vite e sull’allevamento del baco da seta.

Garda è oggi una cittadina accogliente e moderna, da vivere e visitare tutto l’anno.

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